Donafenib versus Sorafenib nel trattamento di prima linea del carcinoma epatocellulare non-resecabile o metastatico
Donafenib, un nuovo inibitore multichinasico e un derivato deuterato del Sorafenib ( Nexavar ), ha mostrato efficacia negli studi di fase Ia e Ib sul carcinoma epatocellulare ( HCC ).
Sono state confrontate l'efficacia e la sicurezza di Donafenib rispetto a Sorafenib come terapia di prima linea per epatocarcinoma avanzato.
Uno studio in aperto, randomizzato, controllato in parallelo, multicentrico di fase II-III ha arruolato pazienti con carcinoma epatocellulare non-operabile o metastatico, un punteggio Child-Pugh inferiore o uguale a 7 e nessuna precedente terapia sistemica da 37 siti in tutta la Cina.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Donafenib 0.2 g o Sorafenib 0.4 g per via orale due volte al giorno fino a tossicità intollerabile o progressione della malattia.
L'endpoint primario era la sopravvivenza globale ( OS ), testata per la non-inferiorità e la superiorità.
L'efficacia è stata valutata principalmente nel set completo di analisi ( FAS ) e la sicurezza è stata valutata in tutti i pazienti trattati.
Tra il 2016 e il 2018, 668 pazienti ( intention-to-treat ) sono stati assegnati in modo casuale ai bracci di trattamento con Donafenib e Sorafenib; l'analisi FAS ha incluso rispettivamente 328 e 331 pazienti.
La sopravvivenza globale mediana è risultata significativamente più lunga con Donafenib rispetto al trattamento con Sorafenib ( FAS; 12.1 vs 10.3 mesi; hazard ratio, HR=0.831; P=0.0245 ); Donafenib ha anche mostrato risultati di sopravvivenza globale superiori rispetto a Sorafenib nella popolazione intention-to-treat.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 3.7 versus 3.6 mesi ( P=0.0570 ).
Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato del 4.6% rispetto al 2.7% ( P=0.2448 ) e il tasso di controllo della malattia ( DCR ) è stato del 30.8% versus 28.7% ( FAS; P=0.5532 ).
Eventi avversi di grado 3 o superiore correlati al farmaco si sono verificati in un numero significativamente inferiore di pazienti trattati con Donafenib rispetto a Sorafenib ( 125, 38%, vs 165, 50%; P=0.0018 ).
Donafenib ha mostrato superiorità rispetto a Sorafenib nel migliorare la sopravvivenza globale e ha una sicurezza e tollerabilità favorevoli nei pazienti cinesi con epatocarcinoma avanzato, mostrando risultati promettenti come potenziale monoterapia di prima linea per questi pazienti. ( Xagena2021 )
Qin S et al, J Clin Oncol 2021; 39: 3002-3011
Onco2021 Gastro2021 Farma2021
Indietro
Altri articoli
Terapia antivirale ed esiti a 10 anni nel carcinoma epatocellulare resecato correlato al virus dell'epatite B e delll'epatite C
Esistono dati limitati sull’utilizzo del trattamento antivirale e sul suo impatto sugli esiti a lungo termine del carcinoma epatocellulare (...
Tecentriq a base di Atezolizumab nel trattamento di: cancro uroteliale, cancro del polmone non-a-piccole cellule, cancro a piccole cellule polmonare, cancro mammario triplo negativo, carcinoma epatocellulare
Tecentriq è un medicinale che contiene il principio attivo Atezolizumab, ed è impiegato nel trattamento delle seguenti forme di cancro:...
Chemioterapia per infusione arteriosa epatica adiuvante postoperatoria con FOLFOX nel carcinoma epatocellulare con invasione microvascolare
Sono state segnalate l'efficacia e la sicurezza della chemioterapia per infusione arteriosa epatica ( HAIC ) adiuvante postoperatoria con 5-Fluorouracile...
Nivolumab più Cabozantinib con o senza Ipilimumab per il carcinoma epatocellulare avanzato: coorte 6 dello studio CheckMate 040
Sono state studiate la sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) più Cabozantinib ( Cabometyx ) con o senza...
Inibitori del checkpoint immunitario per il carcinoma epatocellulare avanzato di classe Child-Pugh B
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) sono sempre più utilizzati nei pazienti con carcinoma epatocellulare ( HCC )...
Camrelizumab più Rivoceranib versus Sorafenib come terapia di prima linea per il carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio CARES-310
È stato dimostrato che l’immunoterapia con inibitori del checkpoint immunitario combinati con un inibitore della tirosina-chinasi ( TKI ) anti-angiogenico...
Somministrazione sequenziale di TACE e SBRT seguita da immunoterapia come terapia di conversione nel carcinoma epatocellulare localmente avanzato non-resecabile: studio START-FIT
La sinergia tra terapie locoregionali e inibitori del checkpoint immunitario non è stata studiata come terapia di conversione per carcinoma...
Diabete di tipo 2, scompenso epatico e carcinoma epatocellulare nei pazienti con steatosi epatica non-alcolica
Sono scarsi i dati riguardanti lo sviluppo di scompenso epatico nei pazienti con steatosi epatica non-alcolica ( NAFLD ) con...
Inibitori del checkpoint immunitario per il carcinoma epatocellulare avanzato di classe B di Child-Pugh
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) sono sempre più utilizzati nei pazienti con carcinoma epatocellulare ( HCC )...
Carcinoma epatocellulare avanzato o non-resecabile: la combinazione Imfinzi più Imjudo approvata nell’Unione Europea
La combinazione immunoterapica di Imfinzi ( Durvalumab ) e una singola dose di Imjudo ( Tremelimumab ) è stata approvata...